domenica 2 settembre 2012

Il retaggio del Cavaliere Oscuro



Un'improvvisa soffusione Nera, i toni cupi di una colonna sonora in crescendo e il pannello permaflux che proietta il titolo del film. Classico di Nolan. Nel finale, Il titolo. Come un ambiguo rito circadiano.
I finali fanno paura, lasciano agli spettatori enigmi più o meno inutili, spesso di difficile soluzione. La risposta cade in un limbo di perdizione e l'amarezza per un epilogo decisamente migliore si fa' strada nella mente dello spettatore mainstream.

Oggi è diverso. E' un finale difficile da descrivere a parole. Non perchè sia complesso da un punto di vista scrittoriale. Anzi, nella sua banalità potrebbe quasi essere scontato, posticcio, disarmonico. Ma l'epicità della narrazione e il fatto che tutto quadri esattamente come lo avevi immaginato, con un piacevole equilibrio agrodolce ma corretto, non ti lascia indifferente. Ti esalta.
E' solo un film. Si, forse.
Ma se la sala balza in visibilio sulle poltrone compiendo con le mani quel gesto di tripudio che lasceresti per ben altri ambienti e ben differenti contesti, C'è da chiedersi se non ci sia di più.
Se quella folla applaude in modo spontaneo e collettivo, senza inviti, senza macchinazioni artificiose di fronte a qualcosa che non potrebbe essere più sterile di un pannello sul quale scorrono dei titoli di coda, allora hai da riflettere.
Le facce di chi esce dalla sala sono la testimonianza diretta e imprescindibile di un diffuso senso di placida soddisfazione. Pochi storcono il naso e se lo fanno è perchè quel titolo alla fine del film , segna la fine di un ciclo straordinario.
"Il cavaliere oscuro: il ritorno" è tutto questo.
Capitolo finale della Trilogia del Cavaliere di Gotham di Christopher Nolan, non è solo un lungometraggio di pregevole fattura dedicato ai supereroi di fumettistico battesimo. E' un Fanta-Noir dai toni cupi di magistrale mestiere.
Sono trascorsi otto anni dalla Morte di Harvey Dent, il paradossale "Due Facce" che ne "Il cavaliere oscuro" aveva dimostrato come i buoni possano cadere in perdizione costernati dalle loro debolezze, se costretti a soffrire per la scomparsa delle persone che amano. I piani furono orchestrati da Joker, interpretato da uno straordinario Heath Ledger agli apici della sua carriera, prematuramente scomparso e capace di fornire una prestazione unanimamente riconosciuta da pubblico e critica come una delle più convincenti e appassionanti della cinematografia moderna.
Il folle pagliaccio,però, dimentica che il cavaliere di Gotham è disposto a tutto pur di garantire la giustizia inequivocabile e assoluta e si assume la colpa degli orrendi delitti di Due facce pur di restituire alla città la speranzosa figura incorruttibile di Dent procuratore incorruttibile.
Dopo un interminabile esilio, Batman è costretto a tornare per fronteggiare un nemico forse al di sopra delle sue capacità sebbene lo affianchi una affascinante pseudo-alleata.
I temi affrontati ne "Il cavaliere oscuro: il ritorno" sono numerosi e non sono generalmente tipici del cine-comic. Questa peculiarità sospinge il terzo capitolo della trilogia di Nolan a livelli di profondità ineguagliati. Il dramma della perdita dei cari, la difficile scelta del commissario Gordon di celare la realtà per un fine più grande, la sofferenza fisica, la tenacia,la volontà, la paura della morte del Wayne uomo e la rappresaglia sociale come metodo di realizzazione personale e globale nonchè la scelta tra un'esistenza libera ma scevra in realtà da ogni controllo sulle proprie decisioni, sono solo alcune delle tematiche che Nolan approfondisce. Lo stesso atto di rappresaglia, una sorte di Golpe, narrato nel film è quantomai attuale e non può lasciare indifferenti il fatto che, pur impalcatura maestosa di un'opera di mera fantasia, sia estremamente e paurosamente verosimile.
Da un punto di vista squisitamente tecnico, la produzione si attesta su livelli altissimi per quanto concerne la fotografia, cromaticamente stabile su toni cupi, grigi con montaggi intelligenti, studiati, calibrati, mai affrettati o esasperati. Ci si concede anche qualche primo piano e campo lungo di lungimirante intensità.
La performance attoriale è di rara maestria. Potreste contare sulle dita di una sola mano, i cinecomic che si siano serviti di attori e attrici di così elevato prestigio e abilità per un lungometraggio adattato da fumetto. Oltre ai già positivamente valutati Christian Bale,uno strepitoso Morgan Freeman e un sempre luminoso Michael Caine, si affianca la convincente interpretazione di Anne Hathaway per Selina Kyle. Non dichiaro il nome per caso poichè , effettivamente, non ci si riferisce alla giovane ladra come "Catwoman". L'acclarata tradizione Nolaniana stempera (a ragione per alcuni , a torto per altri) i toni comic dell'intera trilogia adattandola ad un verosimile e plausibile contesto attuale dove, vuoi per buongusto, vuoi per una scarsa attitudine alla teatralità, il richiamo ai gatti sarebbe stata una scelta controtendente alla stilistica dei precedenti film. Ottima la caratterizzazione del personaggio femminile, scontroso, ironico, cinico ma triste e angosciato dai fantasmi del passato.
Il Wayne uomo è solo lo specchio terreno e socialmente (in)accettato che si fa' strada tra belle donne e lussuose automobili a Gotham City ma che ,di notte, indossa paradossalmente la maschera della sua vera essenza: L'implacabile giustiziere della notte che ,questa volta, sarà chiamato a fare perno sulle sue convinzioni più profonde e a ritrovare se stesso per sconfiggere un nemico che viene dal passato ma che è a lui più vicino di quanto non possa immaginare.
Script profondo, certo ma con qualche disattenzione e buco che in fase di revisione potevano essere evitati e levigati. Inezie oggettivamente poco evidenti ma presenti.
Maestosa la colonna sonora di Hans Zimmer che si rivela impeccabile e puntuale.

Il cavaliere oscuro è una piccola lezione di cinema e lo è l'intera trilogia.
Non solo da un punto di vista squisitamente tecnico ma nella pura ideologia.

L'idea che si possa sempre scegliere chi essere e che , in vita, siamo ciò che facciamo e non ciò che dichiariamo essere.
L'idea che "eroe" è chi ogni giorno dispende le proprie energie anche per donare il sorriso ad un bambino.
L'idea di totale assorbimento epico che questa trilogia dedica al mondo di Batman e all'immaginario cinematografico, la stereotipazione di concetti semplici divenuti cult e la massificazione dei simboli che questa opera di Nolan ha voluto dimostrare, costituiscono un'eredità importante, difficile da gestire su più piani.
Difficile per l'elevata qualità tecnica, complessa da eguagliare
Difficile per la qualità e la profondità di sceneggiatura.
Difficile da replicare per la perfetta commistione tra cupo idealismo e azione.
Pietra miliare per l'avvenire, dunque:
Che le sale continuino e incedano nell'applaudire ed esaltare l'angosciato ed eroico Cavaliere oscuro, la sua saga, Cristopher Nolan e il lascito ideologico e cinematografico che donano in retaggio.

Il retaggio del Cavaliere di Gotham.



3 commenti:

Anonimo ha detto...

Commento sublime per un film spettacolare.

Anonimo ha detto...

RIDICOLO SEI!! E LO SEI SEMPRE STATO!!!

Boss_90 ha detto...

Ridicolo?

Ma taci. Hai fatto il prete per tanti anni:

"Io sono quì io sono là"

Poi ho detto che ha scelto la formaaa!